Arte
Bill Brandt
Premessa: questo articolo è frutto della mia esperienza e ricerca. Tutte le immagini sono di mia proprietà e protette da diritto d’autore come citato a piè di pagina, così come i testi.
Bill Brandt è stato un fotografo inglese, nato in Germania all’inizio del XX secolo, 1904 per l’esattezza.
Si avvicina alla fotografia all’eta di 23 anni; spinto da una serie di conoscenze riesce a diventare assistente di Man Ray (di cui vi ho già parlato). Pur non rimanendo molto tempo presso il suo studio (solo tre mesi) sono piuttosto evidenti le influenze che il fotografo surrealista ebbe su di lui.
Forse l’esempio più chiaro e palese è quello delle foto in spiaggia, di cui vi parlo tra poco. Bill Brandt, il cui vero nome fu Hermann Wilhelm Brandt, abbraccia il filone anti-borghese e focalizza le sue fotografie sulle diversità.
Per un’idea più chiara di quello che al tempo successe nel mondo della fotografia, vi rimando a questa timeline che ho creato per avere un’idea più chiara di ciò che accadde.
Durante la mostra tenutasi alla Fundació Mapfre di Barcellona ho avuto modo di apprezzarne una rilevante quantità di giustapposizioni che fanno parte del suo primo libro, pubblicato nel 1936:

dove, utilizzando l’unione degli opposti, Brandt massimizza il contrasto tra le coppie di
fotografie. Per esempio:


Brandt è benestante e “sfrutta” spesso la casa dello zio Henry per i suoi lavori dialettici di sensibilizzazione.
Non tutte le associazioni sono così immediate, quelle che vi propongo sono state le più facili da associare poiché l’ambiente e la situazione hanno giocato un ruolo fondamentale. Se da una parte troviamo la “Cameriera preparando il bagno” dall’altra c’è il “Bagno di un minatore”. Bagno è la parola in comune nel titolo, ma se nell’immagine a sinistra siamo certi che sia la stanza da bagno della casa, nel caso del minatore non c’è questa certezza, una stufa dietro di lui potrebbe indicare che quel luogo è anche la sala da pranzo o la camera da letto! Nella prima non c’è il soggetto, o per meglio dire, non viene ritratta la persona che si bagna, ma solo colei che prepara l’ambiente. Nella seconda ci sono sia il soggetto che la “contrapposizione” della cameriera che, in questo caso, potrebbe essere la stessa moglie; la
si vede mentre aiuta il minatore a lavarsi in una vasca troppo piccola per entrarci completamente dentro. L’ordine e la pulizia della foto a sinistra contrastano con la sporcizia della foto a destra.
L’immagine successiva è forse ancora più facile da comprendere nella sua associazione, da una parte “L’unica finestra” da cui i tre bambini si affacciano, con i volti alla stessa altezza della strada. Dall’altra due bambine di spalle che si sporgono da una finestra per guardare giù, quasi come se stessero osservando i soggetti della foto che le precede. In una sorta di Manzoniana conclusione dove i ricchi siedono ancora nella parte alta del tavolo.
Ho trovato su questa pagina web un’interessante analisi del libro, con alcune riproduzioni delle sue pagine che forse potrebbe interessarvi.
Raymond Mortimer, critico e scrittore d’arte, descrive la collezione di 63 foto come il risultato di un uomo tedesco che “si meraviglia dell’Inghilterra con la distaccata curiosità di colui che indaga i costumi di una qualche remota tribù familiare”. Molte grandi riviste della fine del secolo (National Geographic primo tra tutti) hanno utilizzato questa stessa modalità per commissionare servizi fotografici lontano dal proprio luogo d’origine per spingere i propri fotografi ad un approccio privo di tutto quel bagaglio culturale che si viene creando vivendo in situ.
Ma la produzione di Brand non si limita a questo, dal 1943 si dedica al ritratto con un obbiettivo ben preciso: “raccontare qualcosa del passato e suggerire qualcosa del futuro del soggetto creando un momento sospeso”.

Tra questi troviamo da sinistra a destra dall’alto verso il basso: “Ritratto di giovane ragazza”, “Robert Graves” “Franco Zeffirelli” “Pablo Picasso” e Francis Bacon”. In quest’ultima immagine
utilizza la stessa fotocamera che poi vedremo nei nudi sulla spiaggia. Il grandangolo permette una distorsione tale da far inclinare il lampione e le luci del crepuscolo donano una atmosfera
strana e quasi inquietante. Bacon da le spalle a tutto questo, complice o no, durante lo scatto. Potete trovare altri ritratti e altre sue immagini a questo link.
Ma torniamo al grandangolo e alle foto di nudi in spiaggia, forse una delle sezioni che più mi hanno complito. E’ il 1953, Frutto di un viaggio sulla costa del canale della Manica, Brandt crea nuovamente delle associazioni, ma questa volta di stampo surrealistico, associando corpo e pareti rocciose. La morbidezza della carne affiancata alla durezza delle rocce.
Brandt gioca con il carattere costruttivista utilizzando i fondandamenti della Gestalt dell’immagine nata in quegli anni. I corpi sono astratti, ma le forme si riconoscono chiaramente. Con l’ottica grandangolare e una piccola apertura di campo le forme giocano tra loro creando forme immaginative e oniriche.

E per chi non avesse ancora visto le influenze di Man Ray su Brandt… credo che ora siano palesi.
A partire dal 1944 si avvicina al nudo. Quando la fotografia documentaristica è ormai una moda alla portata dei più, Brandt decide di portare il suo sguardo altrove, usando nuovamente il grandangolo della Rolleiflex. Inconsapevolmente, essendo il nudo un tema classico della pittura, comincia ad essere considerato un vero artista. Qui due delle sue immagini più iconiche.


C’è molto da dire su questo fotografo, ma non voglio dilungarvi troppo. Concludo con un suo progetto dove, per dare importanza alla visione dell’autore Brandt fotografa l’occhio di alcuni artisti dell’epoca come Moore, Tapies, Giacometti, Braque.

C’è sicuramente molto altro da dire su questo grande fotografo, tuttavia non era mia intenzione fare un riassunto esaustivo di tutte le sue opere, ma solo porre l’attenzione e approfondire alcuni suoi progetti che credo possano essere di grande ispirazione.

Tutte le immagini contenute in questo articolo sono di mia proprietà e riproduzioni dirette
delle stampe esposte nella mostra tenutasi presso la Fondazione Mapfre di Barcellona dal 09
di ottobre del 2020 al 24 gennaio 2021 (eccetto “The English at home”).
Bibliografia:
https://www.fundacionmapfre.org/fundacion/es_es/exposiciones/kbr-barcelona-photo-center/
bill-brandt.jsp#
https://www.fundacionmapfre.org/fundacion/es_es/images/bill-brandt-textos-sala-esp.pdf
https://www.fundacionmapfre.org/fundacion/es_es/images/BILL_BRANDT_Folleto_ESP.pdf
https://photoworks.org.uk/1-europe-bill-brandt/
https://foto-post.blogspot.com/search?q=brandt
https://www.billbrandt.com/bill-brandt-press#/bill-brandt-flesh-form-and-a-flash/
https://www.billbrandt.com/bill-brandt-archive-print-shop